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Cactus, i segreti per avere piante splendide.

28 agosto 2018, Florarici

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Piante facili e belle, che racchiudono tutto il fascino dei deserti e il mistero della forza della natura, i cactus e le succulente come euforbia, agave e aloe, vivono bene in casa, in balcone e in giardino e invitano al piacere del collezionismo:la coltivazione è semplice e alla portata di tutti, anche in piccoli spazi.

Alcuni cactus fioriscono solo dopo molti anni, producendo fiori sontuosi e spettacolari, spesso profumati; ma esistono anche piccoli cactus facili da coltivare, come la Rebutia, che producono i loro graziosi fiori arancione sui fusti tondeggianti e spinosi, anche se piante di piccola dimensione e di giovane età.

Cactus: conosciamoli meglio.

  • Nel linguaggio comune di utilizzano i termini "piante grasse" sia per riferirsi tanti ai cactus veri e propri, sia a piante con foglie succulente e carnose, senza spine (per esempio la portulaca).

  • I cactus sono compresi nella vasta tipologia delle piane grasse o succulente: la famiglia botanica delle Cactacee racchiude migliaia di specie, tutte dotate di areole, piccole zone circolari da cui crescono i germogli, le spine e i fiori. In molti casi sono evidenti, in altri sono quasi invisibili.

  • La presenza o meno di spine non è un requisito utile per distinguere una Cactacea da altre specie di succulente (Crassulacee, Aizoacee, Euforbiacee ecc..): alcuni cactus non hanno spine, che sono invece presenti, per esempio, su parecchie Euforbiacee.

  • I fusti carnosi sono "magazzini" di acqua, accumulata per consentire alla pianta di superare i periodi di siccità, ma un corretto regime di irrigazione rende i cactus ancora più belli.

  • La crescita è lenta, ma se la pianta passa l'estate all'aperto, irrigata con moderazione e regolarità, e concimata con un prodotto idoneo, lo sviluppo è notevole e si può assistere alla fioritura.

  • Le spine servono in natura per difendere la pianta e consentirne la sopravvivenza, ma esistono anche molti tipi di cactus senza spine: i collezionisti li chiamano "cactus inermi".

Come scegliere le piante grasse.
La famiglia delle Cactacee comprende ben 3000 specie, e diverse centinaia sono le piante con foglie succulente che vengono comunemente definite "piante grasse". La scelta è quindi vastissima.

L'innesto dei cactus viene fatto per ottenere esemplari curiosi, unendo piante diverse: per esempio le euforbie con Gymnocalcyum "mutante", che non produce clorofilla e assume colori vivaci dal rosso al rosa-arancio.

I cactus (ossia le piante della famiglia delle Cactacee) sono in genere molto facili, e altrettanto va detto di aloe, agavi, euforbie, sedum, crassula, echveria, lithops (sassi viventi), semprevivi... Spesso conosciamo queste piante molto comuni, senza saperne il nome scientifico.

I cactus assorbono sostanze inquinanti: anidride solforosa, biossido di azoto, formaldeide, diversi solventi e le polveri sottili (pm10). Il loro metabolismo le confina all'interno di cellule speciali, senza danni per la pianta. Grazie a questo fenomeno, abbattono sensibilmente la quantità di inquinanti presenti nell'aria che respiriamo.

Cactus classici: molto resistenti sia in casa che all'aperto; da ottobre vanno trasferiti in casa o in serra;

Cactus innestati: non tollerano il pieno sole, meglio un luogo luminoso ma senza sole diretto;

Cactus di natale: se tenuta in ambiente fresco in autunno, produce molti fiori in inverno e primavera;

Agave e Aloe: belle foglie succulente, grande resistenza all'aperto, resistono fino a 0°C;

Lithops: indistruttibili se in piena luca (non sole diretto) e innaffiati pochissimo;

Sedum: molto resistenti, ideali anche in balcone e giardino, buona resistenza al freddo;

Sansevieria: foglie succulente elegantissime, ideale in casa e ufficio in piena luce e con poca acqua;

Echveria: succulenta facilissima ideale anche per il bambini (non punge), piena luce, poca acqua;

Aeonium: pianta spettacolare con foglie a rosetta, per casa e balcone, non resiste al gelo intenso;

Crassula: pianta ramificata con foglie cicciotte, indistruttibile, resiste fino a +5°C.

La carnosità dei cactus deriva dalla capacità di immagazzinare l'acqua nei loro tessuti, per sopravvivere in ambienti completamente aridi. Le spine difendono le piante dai predatori e schermano i raggi solari; inoltre raccolgono le minuscole gocce di rugiada per farle scivolare lentamente sul terreno, verso le radici.

Come innaffiare.
Le cactacee e le succulente sono piante molto robuste se si rispettano poche regole in fatto di innaffiatura. Prima di innaffiare è bene controllare con le dita il terriccio (se umido, meglio rimandare le irrigazioni).

  • L'acqua va fornita con regolarità in estate se sono all'aperto, in pieno sole e in vasi piccoli o medi, innaffiando in media ogni 2-3 giorni. Gli esemplari di grandi dimensioni, in vaso al sole, hanno bisogno di acqua ogni 3-4 giorni.

  • Per le piante che rimangono in ambienti interni anche durante l'estate è sufficiente poca acqua ogni 7-10 giorni.

  • In inverno, la fase di riposo avviene solo se il substrato rimane asciutto e se le piante sono in ambiente fresco (sotto i 16°C) e luminoso; le innaffiature vanno fatte solo una volta ogni 20-30 giorni, con pochissima acqua.

  • In casa, le temperature elevate non permettono una totale dormienza, pertanto occorrerà fornire pochissima acqua ogni 8-10 giorni.

  • Mai lasciare acqua stagnante nel sottovaso; è invece utile porre nel sottovaso uno strato di biglie d'argilla da mantenere umide con un velo d'acqua alla base, in modo che non entri in contatto con il terriccio attraverso il foro di drenaggio del contenitore.

Quale acqua utilizzare?

  • I cactus preferiscono essere innaffiati con acqua a pH neutro; se l'acqua della rete idrica è molto calcarea, meglio lasciarla riposare nell'innaffiatoio per un giorno.

  • Il cloro, avvertibile per il tipico odore di candeggina, compromette la vita dei microrganismi utili nel terreno. Anche in questo caso occorre lasciar riposare per 24 per l'acqua, per consentire al cloro di evaporare.

  • L'acqua deve essere a temperatura ambiente: se troppo fredda può provocare uno shock termico che danneggia la pianta.

Come concimare.
Il nutrimento va fornito con regolarità e moderazione nel periodo primaverile/estivo: un eccesso di concime è più dannoso che la sua assenza. Prima di cominciare, inumidite il substrato e le radici.

  • La sigla NPK indica i dosaggi di Azoto, Fosforo e Potassio, gli elementi nutritivi di base. Preferite un concime liquido per piante grasse, per esempio NPK 5-6-9 arricchito di microelementi come Molibdeno (Mo), Boro (B), Zinco (Zn). Oppure usate un concime universale in dose dimezzata rispetto a quanto suggerito sulla confezione. In alternativa potete impiegare i concimi in bastoncini o fialette, del tipo per piante verdi.

  • In linea generale il concime va somministrato solo in primavera-estate, ogni 20 giorni.

  • Se le concimazioni sono troppo abbondanti, le piante grasse corrono il rischio di deformarsi; le parti cresciute dopo la concimazione sono gracili e pallide. La scarsità di concime è più lenta a manifestarsi; l'esemplare sembra "immobile", in stasi; non ingrossa e non produce nuovi getti. La soluzione migliore è quella di fornire concime con regolarità (meglio poco che troppo).

Come farle fiorire.
Molti cactus fioriscono in casa in inverno, dopo un periodo di riposo con temperatura fresca. Altri producono fiori in estate, con corolle di grande dimensione, anche profumate; in alcune specie la fioritura avviene solo dopo i 10-15 anni di età della pianta; alcune non fioriscono mai. Occorre dunque conoscere il nome del botanico del cactus o della succulenta, per approfondire la sua conoscenza e capire se, come e quando può rifiorire.

Il posto giusto.
Tutte le Cactacee e succulente hanno bisogno di luce intensa, quasi tutte amano il sole.

In casa: individuate una zona vicino a una finestra e appoggiatele sul davanzale interno, lontano da fonti di calore; evitate le zone soggette a colpi d'aria fredda in inverno.

All'aperto: i cactus e le succulente più comuni amano il sole e tollerano la siccità (ma se innaffiate correttamente rimangono più belle e crescono bene). Da ottobre ad aprile, la maggior parte va ritirata in casa o in una veranda con temperature sopra lo zero.

I Lithops sono succulente simili a sassolini, di colore grigio o verde scuro: producono fiori gialli, bianchi o rosa, fino a 5 cm di diametro, quando la pianta ha 5-6 anni di età. Praticamente non necessitano di nulla, se non qualche annaffiatura occasionale. Vivono in vasetti minuscoli o in vaschette con terriccio sabbioso o ghiaia.

Trapianto e rinvaso.
L'operazione di trapianto è subito necessaria perché i vasetti sono molto piccoli e nel giro di poche ore le radici si asciugano del tutto. Le piantine vanno trapiantate sollevando la zolla radicale grazie a una striscia di cartoncino avvolta intorno alla pianta spinosa; una matita o bastoncino aiuterà il terriccio a scendere lungo i lati.

  • Nel caso di grandi esemplari, avvolgete la chioma spinosa in una tela di sacco, appoggiando il contenitore su un lato per aiutare l'uscita del pane radicale.

  • Dopo il trapianto pressate la terra intorno al fusto e innaffiate; mettere la piante al sole dopo 6-7 giorni.

  • Le piantine in vasi piccoli si rinvasano ogni anno nei primi due-tre anni: le piante di grandi dimensioni possono subire il solo ricambio dello strato superficiale del terriccio, ogni due anni.

  • Nei climi con inverno mite e asciutto le piante grasse possono vivere all'aperto. La buca di piantagione va preparata con uno strato drenante di ghiaia o argilla sul fondo, almeno 5 cm. Il terreno per riempire la buca d'impianto deve essere molto leggero e drenato, anche con una percentuale di sassolini. Oppure si interra il vaso, estraendolo in autunno per la protezione in serra fino ad aprile.

Scegliere il substrato.
L'ideale è il terriccio per cactacee, composto da torba, fiocchi di perlite (un tipo di roccia vulcanica molto porosa) e sabbia silicea a pH neutro. la sua natura porosa e leggera lo rende idoneo per tutte le succulente. In alternativa, potete preparare voi un substrato adatto.

  • Chi preferisce preparare da sé il substrato per cactus e succulente, dovrà miscelare un normale terriccio universale con una parte di sabbia di fiume (circa un terzo). Sul fondo del contenitore va steso uno strato drenante di biglie d'argilla o sassolini.

  • Per favorire ulteriormente il drenaggio delle acque, può essere utile aggiungere una manciata di biglie d'argilla, agriperlite o ghiaia.

Le piante grasse in casa e ufficio.
La posizione è fondamentale per il benessere dei cactus e delle succulente in ambiente interno: vogliono tanta luce, in molti casi accettano il sole diretto (ma comunque lontano da fonti di calore), senza correnti fredde e, in inverno, temperature intorno ai 18°C o anche più basse.

  • Concimate le piante da aprile a settembre, poi lasciatele in riposo nel periodo invernale, meglio se raccolte su un davanzale.

  • Controllate sempre il substrato prima di innaffiare; se è del tutto asciutto, bagnate con poca acqua (può bastare un mezzo bicchiere alla volta alla settimana in estate, una volta ogni 25-30 giorni in inverno). Mai lasciare acqua stagnante nel vaso o nel sottovaso.

  • Se la pianta è completamente ferma da mesi, occorre concimare e spostarla in luogo più luminoso. Se la pianta cresce deforme c'è un'illuminazione scarsa: spostatela in piena luce e girate spesso il vaso per esporre alla luce ogni parte della pianta.

Piante grasse per balcone e terrazzo.
Ideali per chi desidera balconi e terrazzi di facile cura, cactus e succulente richiedono poca acqua e attenzione minime; il loro aspetto scultoreo è molto chic. Alcune, come il Selenicereus, possono regalare fiori meravigliosi, che si aprono nelle ore notturne.
Per ridurre al minimo le attenzioni, coltivate cactus e succulente in vasi profondi con terriccio molto drenante (l'ideale è il substrato per cactacee).
Pur essendo resistenti alla siccità, queste piante danno il meglio se vengono irrigate con regolarità e concimate da aprile a settembre con acqua non gelida. Mai lasciare acqua stagnante nel caso o nel sottovaso.
Se il cactus non fiorisce può essere troppo giovane, oppure non avere abbastanza sole; alcuni cactus fioriscono nel periodo invernale, in casa o veranda.
Se si formano chiazze secche sui fusti, c'è un regime di irrigazione irregolare: le chiazze non sono eliminabili ma la pianta può sopravvivere.
I cactus e succulente in composizioni miste, in ciotole e cassette, sono spettacolari, ma occorre essere regolari nella somministrazione di acqua perché la terra a disposizione di ogni esemplare è pochissima. Dopo un anno o due conviene trapiantare qualche esemplare per consentire un adeguato sviluppo.

Le piante grasse come idea regalo.
Anche cactus e succulente esprimono un messaggio nel linguaggio dei fiori. Piante perfette per un dono elegante e ricco di significati, tutti i cactus sono legati all'idea della durata nel tempo dei sentimenti solidi come l'amore, l'amicizia, la stima e la riconoscenza.
L'aloe è una pianta che esprime un messaggio legato al tema della buona salute, augura di conservare la buona forma fisica e di recuperarla rapidamente dopo una malattia.
Per chi ha bambini, preferite cactus o succulente non spinose, come i sedum o i lithops.
Completate il dono con la scelta di un bel portavasi ed eventualmente con un concime per piante grasse.

Domande e risposte.

  • Il fusto di è afflosciato, perché?

Le cause possono essere: temperature troppo basse, terreno troppo bagnato. Si può provare a tagliare il cactus, aspettare che la base si asciughi e poi provare a farlo radicar in terriccio misto a sabbia.

  • Ci sono dei puntini bianchi sul fusto, cosa sono?

Si tratta di cocciniglia, il parassita più comune, tenace e capace di rendersi quasi invisibile nelle prime fasi di infestazione in quanto si annida tra le spine e alla base del fusto. Asportatela con un pennellino o un batuffolo di cotone intinto in alcool e acqua in parti uguali; usate un insetticida anticocciniglia per infestazioni estese e allontanate gli esemplari colpiti da quelli ancora sani.

  • La base sembra secca, è normale?

Il problema può essere causato dalla siccità o da stress vegetativo, oppure da malattie fungine. Non è curabile, ma la pianta può sopravvivere.