Negli Stati Uniti si chiama fallen leaves, in Francia foliage, in Giappone momijigari: la perdita autunnale del fogliame muove milioni di persone a caccia di panorami stupendi. E in Italia? La caduta delle foglie in autunno sta iniziando a diventare spettacolo anche nel nostro Paese, dove alcuni giardini storici – dalla Landriana a Sigurtà – e parchi naturalistici – come l’Oasi Zegna – possono vantare grandi alberi caducifogli che da ottobre a novembre si spogliano in un tripudio di rossi fiammeggianti, arancioni sgargianti, gialli solari che riempiono gli occhi e il cuore.
Ma un piccolo palcoscenico privato si può ricreare anche nel proprio giardino, senza doversi spostare, scegliendo una o più specie di alberi che in ottobre si trasformano, assumendo tonalità dorate nel fogliame appena prima della caduta autunnale.
Eccovi 5 esempi facilmente reperibili nel vostro Centro di Giardinaggio, che meritano un posto di prima fila nel vostro spazio verde.
Acero riccio, per grandi spazi
Destinato a giardini medio-grandi, perché raggiunge i 20-30 m d’altezza e supera i 10 di diametro, l’acero riccio o platanoide (Acer platanoides) si chiama così per la forma delle foglie che assomigliano molto a quelle del platano. Cresce velocemente (anche 1 m l’anno) ed è bello dalla primavera – quando fiorisce in giallo con grappoli eretti di fiori vistosi – all’estate – quando sfoggia foglie di un bel verde brillante – e all’autunno – quando il fogliame si tinge di giallo vivo o rosso intenso prima di cadere.
Si adatta a qualunque ambiente dal mare (non sulla riva) alla montagna fino a 1300 m di quota, passando per la città di cui tollera bene l’inquinamento. Il terreno gli è quasi indifferente: non ama solo i suoli umidi. Crea una splendida ombra estiva: ideale anche per raffrescare il carport (garage). Ne esistono numerose varietà selezionate per la bellezza e il colore del fogliame.
Betulla, la grazia in giallo
Per i giardini medi o piccoli, ma rigorosamente in zone non troppo calde (ideale in montagna, visto che è originaria dell’Himalaya, e comunque mai al mare) c’è Betula utilis var. jacquemontii o Doorenbos. Si alza per 5-10 m espandendosi per 2-6 m su qualunque tipo di suolo. Leggera e aggraziata, si fa notare soprattutto in autunno, quando le foglie a forma di picca si tingono di giallo limone prima di cadere, e poi in inverno per il candore striato di inchiostro della sua corteccia, che la rende altamente decorativa anche nei mesi in cui è completamente spoglia.
Ciliegio, fiori, frutti, foglie, corteccia
Si tende a piantare un ciliegio (meglio due, visto che quasi tutte le varietà sono autosterili) in giardino con l’intento di raccoglierne i golosi frutti, ma si trascura il piacevole risvolto della grande decoratività di Prunus avium. In autunno il fogliame si incendia in un tripudio di gialli, arancioni e rossi scarlatti, rivelando, dopo la caduta, la bellissima corteccia grigio-bruna lucente; mentre in aprile tengono banco i fiori bianchi che lo trasformano in una nuvola, e in maggio-giugno le rosse ciliegie.
Se per avere i frutti è bene mettere due piante di due varietà diverse compatibili fra loro, nella scelta degli esemplari ha un peso il portainnesto, che stabilisce l’altezza e l’ingombro finali dell’albero: con portainnesto debole avrete un alberello di 3 x 6 h m, con uno forte un albero anche di 10 x 15 h m… Attenzione: le varietà da fiore in genere sono poco appariscenti per caduta foglie!
Faggio, colorato d’inverno
Il faggio (Fagus sylvatica) è una di quelle specie da piantare per i nipoti: saranno loro che godranno di un albero di 20 m di diametro e 30 d’altezza. Voi, nel piantarlo, tenetene conto: è adatto solo a grandi giardini, a meno di non scegliere una varietà a portamento “colonnare”, un pochino meno espansa. Maestoso ed elegante nel portamento, in autunno si accende di arancione prima squillante e poi più cupo: le foglie non cadono però in autunno, bensì nel marzo successivo, appena prima della nuova produzione, rendendolo spettacolare per parecchi mesi.
Preferisce suoli profondi, freschi e fertili, e soprattutto un clima fresco: è perfetto in montagna, mentre non resiste al mare. Crea un’ombra fitta (anche d’inverno: attenzione a dove lo mettete…) e cresce lentamente. Ne esistono alcune varietà con colorazioni più o meno intense e portamento più compatto
Ginkgo biloba, la “pioggia dorata”
Un fossile vivente unico al mondo: il Ginkgo biloba con le sue foglie appiattite a ventaglio non ha eguali, neppure in autunno, quando crea una “pioggia dorata” alla caduta delle foglie color giallo sole. Con i suoi rami diritti dalla corteccia grigia può arrivare a misurare 15 m di diametro e 30 d’altezza, nell’arco di una cinquantina d’anni.
Si adatta a qualsiasi suolo e ambiente (è resistentissimo all’inquinamento), mentre non ama le zone costiere né l’alta montagna. Ha un solo difetto: essendo pianta dioica (a sessi separati), la pianta femmina produce frutti dall’odore sgradevole. Al momento dell’acquisto, chiedete un clone maschile certificato