Universale: per molti l’“affaire concime” inizia e termina qui, con un singolo flacone o scatoletta o sacco da cui prelevare la dose come da etichetta, per distribuirla indiscriminatamente a tutte le piante. Di per sé è giusto: se si chiama “universale” significa che va bene per tutte (quasi) le piante. Il quasi è riferito al fatto che esistono specie molto esigenti per le quali non è adatto, ma ne parleremo dopo.
Dunque, il concime universale è una buona scelta per chi ha poche piante da fiore e alcune piante verdi d’appartamento: con un solo prodotto concima tutta la gamma vegetale che possiede. L’universale infatti ha gli “ingredienti” bilanciati: N (azoto), P (fosforo) e P (potassio) sono presenti nella stessa percentuale, per es. NPK 6-6-6, come dire un poco di tutto. Le piante saranno nutrite, ma senza risultati eclatanti: cresceranno quelle da foglia e fioriranno quelle da fiore, in maniera tranquilla, senza effetti Wow!
Concimi specifici
Se però le piante sono molte, in casa e fuori, e sono da foglia o da fiore, oppure se l’intento è quello di ottenere una piccola giungla domestica e un balcone da premio, è meglio acquistare concimi più specifici, in particolare uno per piante verdi e l’altro per piante da fiore. Perché cambiano le “ricette”: il primo ha N più abbondante di P e K (es. NPK 8-4-5) perché l’azoto favorisce la crescita del fogliame; il secondo ha più K che favorisce fiori e frutti (es. NPK 4-4-8). Va da sé che, se il balcone è di soli gerani o surfinie, il risultato sarà ancora più eccezionale utilizzando un prodotto specifico per gerani o per surfinie, ancora più mirato.
Le categorie di piante
Questo inizia a spiegare perché, quando osservate lo scaffale concimi del vostro Centro di Giardinaggio, giri la testa per la sovrabbondanza di flaconi e scatole. Ma sono tutti necessari, perché per ottenere il massimo dalle vostre piante è bene scegliere proprio un fertilizzante specifico per quel tipo di vegetale.
Infatti, oltre alle piante d’appartamento e alle annuali e perenni da fiore esistono tante altre categorie vegetali che hanno necessità nutrizionali ben precise e inderogabili, che non vengono soddisfatte da un semplice universale o per piante fiorite.
Agrumi, acidofile, succulente, bonsai, orchidee, rose, prato ecc. richiedono fertilizzanti tarati su misura: solo il concime specifico permette di mantenerle in buona salute e di ottenere fiori ed eventuali frutti, mentre il prodotto generico o quello per un’altra categoria di piante produce squilibri che, in certi casi, possono portare a danni quasi immediati. Per esempio, le azalee e le gardenie sono acidofile, quindi il terriccio, l’acqua e il concime dovranno avere pH inferiore a 6: se ricevono un concime diverso da quello “per acidofile”, ingialliranno rapidamente, perdendo le foglie e seccandosi. Le piante grasse chiedono fertilizzanti con pochissimo azoto e moltissimo potassio; i bonsai un fertilizzante che contenga molto poco di tutto. I rosai necessitano di potassio, ma non così abbondante rispetto all’azoto; gli agrumi ornamentali desiderano un’abbondanza di microelementi particolari, dal boro B al manganese Mn, al rame Cu; le aromatiche richiedono pochissimo concime di tipo biologico, visto che poi le foglie si mettono nel piatto.
Biostimolanti, cosa sono
Poi c’è la categoria dei biostimolanti o attivatori o promotori della crescita, a base di sostanze organiche, acidi umici, fulvici, peptidi e aminoacidi, e alghe: donano una sferzata vitale a tutte le piante deperite per cause fisiologiche (quindi non per malattie o parassiti) e decisamente migliorano l’aspetto e il rigoglio di quelle già in buona salute. Sulle prime si utilizzano per due, massimo tre volte consecutive, a distanza di 20 giorni una dall’altra, osservando i risultati ottenuti; sulle seconde non vanno impiegati costantemente, bensì solo una volta al mese in alternanza al giusto concime: una volta si somministra il biostimolante, altre tre volte il concime. Questo perché da un lato l’azione è molto potente, ma dall’altro non si tratta di concimi, cioè non hanno una composizione nutrizionale sufficiente.
Integratori, quando servono
Gli integratori, di calcio (Ca), magnesio (Mg), ferro (Fe) ecc., si utilizzano solo se c’è un’effettiva carenza manifestata dall’esemplare, per esempio attraverso la clorosi, data da una carenza nell’assorbimento di ferro, e solo su determinate categorie di piante sensibili a carenze, es. il pomodoro per il calcio, le acidofile per il ferro, le rose per il magnesio. In caso contrario, rischiamo di squilibrare una pianta sana.
Concimi di marca
Fra i tantissimi concimi a scaffale, quale scegliere? Nel Centro di Giardinaggio troverete tutti prodotti di marca, quindi contenenti “ingredienti” di prima qualità con i quali ottenere risultati eccellenti. Dunque l’incertezza può essere solo fra fertilizzanti minerali, che contengono gli elementi nutritivi nella forma ricavata chimicamente in laboratorio; oppure biologici (o organici), che hanno gli stessi elementi ma sotto forma di sostanza organica; o anche organo-minerali, che assemblano sostanza organica ed elementi minerali chimici. I concimi chimici rendono subito disponibili gli elementi nutritivi (ma possono anche essere “a lenta cessione”); quelli biologici agiscono più lentamente perché la sostanza organica si deve “sciogliere” nella terra; gli organo-minerali danno il pronto nutrimento degli elementi chimici e quello ritardato e prolungato degli elementi rilasciati dalla sostanza organica.
I concimi “primo prezzo” del supermercato o discount non offrono la stessa purezza di “ingredienti” e, di conseguenza, nemmeno gli stessi risultati in termini di crescita, fioritura e fruttificazione. Si risparmia, ma l’effetto è deludente.