Tagliare l'erba è un'arte
Perché bisogna tagliare l’erba del prato? Per non trovarsi con l’erba alta, ma soprattutto per stimolare lo sviluppo dell’erba in larghezza e quindi in densità, in modo che siano le Graminacee da prato a occupare tutti gli spazi vuoti, impedendo alle infestanti e al muschio di invaderli.
Quante volte tagliare l’erba
Non esiste una regola fissa. La frequenza del taglio deve tenere conto innanzitutto delle specie graminacee che costituiscono il prato, e dell’utilizzo dell’area (ornamentale, relax, sport ecc.). Su queste costanti influisce il tasso di crescita del prato, che varia a seconda della temperatura e dell’umidità, ma anche in base alle concimazioni e irrigazioni. In generale è preferibile intervenire abbastanza spesso (ogni 7-14 giorni), tagliando poco (1-2 cm) per mantenere sempre una sufficiente quantità di foglie. Invece, tagli più ravvicinati debilitano l’erba, in particolare durante periodi molto secchi.
Quando tagliare l’erba
Il primo taglio della stagione si effettua a inizio-metà marzo al Sud e a inizio-metà aprile al Nord, e comunque quando l’erba ha superato i 6-7 cm d’altezza e la temperatura si è stabilizzata sui 15-16 °C. Ha la funzione di stimolare la ripresa dopo il lungo letargo, a patto di non rimuovere nel complesso più del 30% dell’altezza totale dell’erba, cioè tagliate solo i nuovi getti.
Quanto tagliare l’erba
Fra marzo e maggio le piante d’erba crescono velocemente, grazie alla temperatura più dolce e alle piogge primaverili. Dal terzo taglio, abbassate il livello di taglio lasciando dai 2 ai 5 cm d’altezza, a seconda delle specie di erba, asportando fino al 40% del tessuto vegetale.
All’inizio di giugno al Nord (già a metà maggio al Sud), il ritmo cambia, perché il solleone colpisce maggiormente l’erba tagliata bassa, portando una sofferenza da caldo e da siccità. Sino alla fine di agosto alzate il livello di taglio di 1-2 cm, per limitare la traspirazione ed evitare danni da caldo. Diradate anche gli interventi, intervallandoli di almeno una decina di giorni.
Con le prime piogge e l’attenuazione del calore di settembre, il taglio torna sui parametri primaverili. L’ultimo taglio prima dell’inverno, da svolgere tra fine ottobre-inizio novembre al Nord e a metà novembre al Sud, cioè quando l’erba ha quasi smesso di crescere, va praticato piuttosto basso (1-2 cm in meno rispetto alla primavera-autunno), per migliorare la resistenza dell’erba al freddo e alle intemperie.
Se però il prato è all’ombra, tutti i valori di taglio indicati vanno spostati di 1-2 cm più in alto durante l’intera stagione.
Quando non tagliare l’erba
Non tagliare l’erba quando il terreno è secco e asciutto, ma neppure quando il prato è ancora bagnato per la pioggia o l’irrigazione. Nel primo caso, le piantine non troveranno disponibili le risorse nutritive sufficienti per riprendersi dallo shock dell’operazione, mentre nel secondo si facilita la diffusione delle spore fungine, veicolate dal tosaerba attraverso il velo d’acqua, si incentiva e la loro successiva germinazione un po’ ovunque nel prato.
Inoltre, l’erba bagnata e tagliata si impasta sulle lame, accumulandosi e danneggiando il tosaerba. Il momento ideale della giornata è il pomeriggio, dalle 17.00 in poi durante l’estate e dalle 14.00 in poi nelle altre stagioni.
Cosa succede se si lascia l’erba tagliata sul prato
Lasciare gli sfalci sul terreno, pensando che possano trasformarsi in concime, è un errore. L’erba tagliata copre l’erba sottostante impedendone l’attività fotosintetica, già messa a dura prova dal taglio e dalla riduzione delle foglie: l’erba ingiallisce e muore. Gli sfalci, compattandosi, creano una crosta impermeabile (feltro) che non permette al terreno di respirare e all’acqua di penetrare correttamente nel terreno. Il prato in queste condizioni è fortemente a rischio. Se poi dovesse piovere, gli sfalci marcirebbero rapidamente facendo marcire anche l’erba sottostante e facilitando l’insediamento delle malattie fungine. Quindi procedete, dopo il taglio, a un’energica rastrellata per raccogliere lo sfalcio, anche con lo scopo di rompere l’eventuale feltro già formatosi.
Due sole eccezioni: se il vostro tosaerba ha il cestello di raccolta oppure la funzione mulching. Valutate se acquistare, in un Centro Giardinaggio ben fornito, un tosaerba nuovo, munito di questi accessori: vi cambiano la vita (e anche al vostro prato)!