Prima c’è la semina o il trapianto: basta stare attenti all’irrigazione e, settimanalmente, eliminare le malerbe in competizione con le orticole. Poi le piante da orto crescono e, oltre all’acqua e alla scerbatura (eliminazione manuale delle infestanti), chiedono concime e tutori con relativa legatura. Un po’ di lavoro, ma ancora niente produzione.
In luglio-agosto, invece, l’orto si fa veramente impegnativo: da un lato incominciano le soddisfazioni perché si raccoglie quotidianamente (a volte anche fin troppo), ma dall’altro cresce anche il livello delle cure da donare alle aiuole e alle orticole. Il rischio, se non si dedicano attenzioni più volte a settimana, è di ritrovarsi con un mucchietto di foglie secche o mangiate e… senza più ortaggi!
Irrigazione, fondamentale
Al primo posto c’è indubbiamente l’irrigazione: la fornitura di acqua, se non è assicurata dal cielo, deve essere quotidiana. In estate l’acqua è assolutamente indispensabile per le piante da orto, che hanno radici superficiali; ne devono assorbire tantissima, soprattutto se si desiderano ortaggi teneri e a crescita veloce. Se l’acqua scarseggia, le verdure saranno dure, fibrose o farinose e asciutte.
Bagnate verso sera o al mattino presto, quando la terra non è calda, per evitare shock termici. Irrigando la sera, le piante rimangono fresche per tutta la notte e affrontano meglio la calura del giorno successivo. Molto dipende anche dalla temperatura dell’acqua a disposizione: se è acqua di pozzo o di acquedotto, sarà fredda, quindi meglio bagnare di notte o di mattina presto; se è di botte (a temperatura ambiente), va bene anche per l’irrigazione pomeridiana o serale. Su terreni sabbiosi, che non trattengono l’acqua, è meglio bagnare poco e spesso; su quelli pesanti o argillosi si può distanziare l’intervento fino a 5-6 giorni, se non fa troppo caldo.
Cocomero, melone, zucchina, zucca, pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, lattuga e insalate in genere, finocchio, sedano, fagiolini e fagioli sono gli ortaggi con maggiori esigenze idriche. Attenzione: i pomodori non vanno innaffiati molto quando sono ormai maturi, altrimenti si gonfiano e si spaccano.
La modalità di somministrazione migliore è l’infiltrazione laterale: si riempiono d’acqua, mediante la canna o l’irrigatore per aspersione i solchi ai lati dei quali sono coltivati gli ortaggi. L’ideale è disporre di un impianto d’irrigazione temporizzata, tramite centralina di controllo programmata giornalmente.
Concimazione, regolare
Non dimenticate la concimazione: ogni ortaggio ha precise esigenze e alcuni, come pomodori e melanzane, non possono fare a meno di nutrimento per tutta la fase di crescita e produzione dei frutti. Preferite i prodotti organici e biologici per mantenere un regime di crescita basato su criteri di ecosostenibilità.
Ogni specie ha una cadenza ben precisa: le Solanacee da bacca ogni 30 giorni, le Cucurbitacee ogni 45 giorni, le insalate una sola volta dopo 20 giorni. Scegliete un concime per orto per gli ortaggi da foglia o da radice, e uno specifico per pomodori per tutte le orticole da bacca: nel vostro centro di Giardinaggio troverete i prodotti giusti.
Malattie e parassiti, in agguato
È proprio in piena estate che si fanno notare maggiormente le infestazioni di parassiti, favoriti dal clima caldo e dalla grande quantità di cibo che hanno a disposizione. Se non siete certi di aver capito qual è il problema che affligge i vostri ortaggi, prelevate campioni delle parti colpite e fatevi consigliare dall’esperto del vostro Centro Giardinaggio, per scegliere un prodotto idoneo, preferibilmente di matrice biologica.
Oggi esistono molte linee di antiparassitari ammessi in agricoltura biologica, che combattono gli insetti con il fiore di piretro (ottimo contro afidi e insetti simili), l’olio di Neem o con Bacillus thuringiensis, un batterio efficace contro le larve di lepidotteri defogliatori. Non dimenticatevi di rispettare il tempo di carenza: è l’intervallo che deve passare dal giorno in cui avete somministrato l’antiparassitario al momento in cui mangerete gli ortaggi. Nel caso di antiparassitari biologici, questo tempo è breve, e l’ortaggio non porterà in tavola che il suo ricco sapore, genuino e “pulito”.
Per non farli montare a seme
La produzione di semi, che avviene in estate, fa perdere qualità agli ortaggi e riduce la produzione. Il processo, innescato da cambiamenti nella lunghezza delle giornate e da variazioni nel regime delle irrigazioni, inizia molto prima che l’ortaggio sia pronto per il raccolto, e non può essere fermato.
Le colture come lattuga, rapanelli e bietole da costa possono fiorire se vengono sottoposte a stress idrico, ossia non vengono bagnate per un certo tempo, inducendo la pianta a terminare il ciclo con la produzione dei semi. Un metodo di prevenzione consiste nel mantenere costante l’umidità nel terreno: i suoli aridi incoraggiano la produzione di semi, soprattutto in cavolfiori, rucola e spinaci.
Se una pianta sta montando a seme, tagliate la spiga fiorale il più in basso possibile e poco dopo (7-10 giorni) raccogliete l’ortaggio: difficilmente produrrà ancora.