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Un fiore nel piatto: crescione, la riserva di vitamina C

31 maggio 2022, Florarici

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Quanti soldi si spendono in integratori, quando basterebbe cercare qua e là in quell’immensa “farmacia” che è il mondo vegetale! Per esempio: quanti di voi assumono un integratore di vitamina C? Eppure, a portata di mano ci sono gli agrumi, il kiwi, le fragole, il peperoncino (d’accordo, è difficile fare una spanciata di questa spezia…) e fra le aromatiche il crescione d’acqua. Non lo conoscete? Cercatelo nel vostro Centro di Giardinaggio e portatene a casa almeno una piantina: per tutto l’anno (salvo che in zona alpina) potrete approfittare di un’ottima fonte di vitamina C autoprodotta!

 

La carta d’identità

Il crescione d’acqua (Nasturtium officinale) si riconosce subito per l’odore di senape, piccantino, che emana allo sfioramento. È una pianta acquatica, erbacea e perenne, lunga da 10 a 40 cm, con fusti striscianti. Ha foglie opposte, di colore verde scuro, composte di 5-7 foglioline ovali e carnose, la terminale delle quali è più grande delle altre. I fiori, poco appariscenti, sbocciano tra marzo e luglio a grappoli in cima ai fusti; sono formati da 4 piccoli petali bianchi. Nelle zone più gelide d’inverno la parte aerea può scomparire, per riapparire da marzo in poi. Non è ornamentale, ma è delizioso al gusto.

 

In natura o in giardino

In natura vive nelle acque ferme o poco fluenti, ma fresche, limpide e poco profonde, in tutta Italia. È comune dalla costa alla montagna fino a 2.000 m, negli stagni, sulle rive di ruscelli e laghi, nei fontanili alpini e anche nei prati acquitrinosi. Se raccogliete piante spontanee, scartate per motivi di inquinamento le piante cresciute nei fossati di scolo ai bordi di strade e ferrovie; lavatelo poi con molta cura per eliminare tutti i tipi di impurità.

Se invece volete coltivarlo, sappiate che ha un’unica esigenza: l’acqua! Va bagnato abbondantemente ogni giorno o, ancor meglio, va messo vicino a un rubinetto gocciolante; non ha altre esigenze, né di terra, né di esposizione, né di concime. Vive nell’orto, in giardino e in contenitore. Lo trovate in vaso o come semente nel vostro Centro Giardinaggio.

Potete anche reperire i rametti freschi nei mercatini delle erbe e in alcuni negozi di ortofrutta come specialità.

 

Raccoglierlo e conservarlo

Si utilizzano i rametti con le foglioline e gli eventuali minuscoli fiorellini. In natura utilizzate un paio di guanti di gomma sottile e le forbici, con cui recidere i fusti nel punto in cui escono dall'acqua; riponete i rametti in un sacchetto di plastica. Le vostre piante invece non richiedono guanti, né sacchetti di plastica, bensì una ciotola.

Infatti, poiché il crescione senz'acqua appassisce rapidamente, va conservato immergendo i gambi in una ciotola d'acqua fredda, lasciando fuori le foglie: rinnovando giornalmente l'acqua, si mantiene per una settimana.

Si sconsigliano l'essiccazione e il congelamento, perché si perdono i principi attivi volatili, inclusa la vitamina C, responsabili anche del sapore.

 

Come usarlo in cucina

Per godere al massimo del gusto piccante e delle proprietà benefiche, il crescione va mangiato crudo e freschissimo, scegliendo i rami più verdi e più vecchi, che sono più saporiti rispetto ai getti giovani. È un vero jolly in cucina: consumato crudo nelle insalate estive disseta, e dà un gusto insolito ai panini imbottiti; sbollentato, insaporisce minestre e zuppe (va aggiunto solo alla fine, fuori dal fuoco), accompagna ottimamente la carne, il pesce e i formaggi; tuffato in pastella e fritto è un contorno insolito e nutriente.

Infine, del crescione sono molto di moda i germogli, cioè i semi germinati nel germogliatore o in una terrina: sono squisiti per il sapore appena un po’ piccantino e si aggiungono alle insalate e ai poké. Hanno però un contenuto in vitamina C molto inferiore rispetto alla pianta adulta.

 

La ricetta: la frittata di crescione

Per 4 persone: 400 g di foglie di crescione già pulito, 8 uova, 1 spicchio d’aglio, 2 cucchiai di olio evo, sale q.b., crostini di pane toscano raffermo.

Sbollentate il crescione in poca acqua per 2 minuti, scolatelo, fermate la cottura passandolo velocemente sotto il getto dell’acqua fredda e tritatele grossolanamente con la mezzaluna. Fate rosolare a fuoco medio lo spicchio d’aglio in padella con l’olio evo, aggiungete il crescione tritato facendolo appassire per 3 minuti; indi versate le uova sbattute con un pizzico di sale e fate cuocere per 4 minuti; aiutandovi con un coperchio girate la frittata e fate cuocere per altri 4 minuti. Servite sui crostini di pane toscano abbrustoliti.

 

Non solo vitamina C

Greci e Latini per primi ne scoprirono le proprietà fortificanti: gli atleti ne facevano uso come doping naturale e lo storico greco Senofonte riportava che, in caso di campagne militari faticose, i soldati venivano nutriti a pane e crescione.

Le analisi chimiche da tempo hanno confermato l’ottima fonte di vitamina C: era chiamato "erba da scorbuto", perché guariva dalla malattia da carenza di questa vitamina, e bastano un paio di foglioline al giorno per assicurare il fabbisogno di un adulto. Ma è ricco anche di vitamine A, B, E, PP; contiene calcio, ferro, fosforo, iodio, potassio, arsenico, zolfo e un glucoside (la gluconasturzina).

Combatte l'anemia, tiene lontani raffreddori, influenze, tossi e bronchiti, aiuta fegato e reni a depurarsi, placa il mal di denti, abbassa la glicemia, rinforza e tonifica l’organismo. Le api ne ricavano un rarissimo miele dal gusto asprigno.

Infine, l’odore e sapore piccante (dovuto a glucosidi a base di zolfo, che si liberano allo sfregamento) in passato venivano correlati alla stimolazione delle funzioni vitali dell'organismo, comprese quelle sessuali: nacque così la credenza che sia afrodisiaco. Per sperimentarne l'azione, la dose è di due cucchiai di succo fresco ogni giorno…

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