Prodotto aggiunto alla wishlist

Anthurium, il rosso “alternativo”

6 dicembre 2022, Florarici

Condividi su:

Rosso è il colore delle Feste fra dicembre e l’inizio di gennaio. Non per niente, fra le piante d’appartamento in questo periodo va tantissimo la stella di Natale con le sue brattee rosso brillante. Ma esiste un’alternativa, meno scontata: un bell’Anthurium dagli appariscenti “fiori” rosso carico!

È vero che lo trovate in vendita durante tutto l’anno nel vostro centro di Giardinaggio, ma è anche vero che rappresenta un’interessante variante rispetto alla “banale” poinsettia. Il costo è simile, ma i “fiori” durano ciascuno anche per un mese impeccabili sulla pianta, e il mantenimento è di gran lunga più semplice rispetto alla star del periodo. L’anturio, invece, non patisce particolarmente negli spostamenti, e assicura il successo anche ai pollici neri: basta solo ricordarsi di bagnarlo con regolarità, non richiede ulteriori attenzioni!

 

Frecce di Cupido, in tanti colori

Gli ampi “fiori” rossi a forma di cuore dell’anturio sono chiamati anche “frecce di Cupido” e rivaleggiano con le rose rosse come regalo di San Valentino, anche perché nel linguaggio dei fiori simboleggiano l’Amore (anche se amicale…).

A partire dal 1940 i floricoltori intrapresero la lunga strada dell’ibridazione, ricavando varietà dal “fiore” sempre più rosso, “rosso Natale” appunto, giungendo poi fra l’ultimo decennio del secolo scorso e l’inizio del Terzo millennio a creare “fiori” a cuore stretto o larghissimo, arricciati, cremisi, bianchi, verdi, rosa, crema, arancione, albicocca, viola, lilla, bicolori, tricolori, con o senza screziature intense e sfumature tono su tono. E poi fiori che durano più a lungo del normale (anche 2 mesi) senza assumere il triste colore verde del fine ciclo. E chissà cosa ci riserverà ancora la ricerca floricola nei prossimi anni…

 

Con più o meno spazio

Tutti gli anturi sono varietà di due sole specie: Anthurium andreanum e A. scherzerianum, molto simili tra loro, perché si differenziano sostanzialmente per lo spadice (la “codina” gialla nel “fiore”), che nel primo è dritto e nel secondo ricurvo.

Sono piante erbacee perenni, alte da 25 a 50 cm, prive di fusto. Tendono a produrre polloni alla base, che servono per la moltiplicazione: basta staccarli con delicatezza insieme a un ciuffetto di radici e ripiantarli subito in un vasetto. Le foglie sono medio-grandi (fino a 25 cm di lunghezza), cuoriformi, portate da lunghi gambi (fino a 20 cm), di colore verde intenso, cuoiose, rivolte verso l’esterno.

Una pianta adulta (se si trova bene può vivere anche più di 10 anni) di taglia grande può arrivare a un diametro di circa 1 m: tenetene conto nel darle una collocazione, considerato che non ama essere sfiorata al passaggio. E state attenti anche al ricambio d’aria durante l’inverno: non apritele in faccia la finestra!

Esistono anche anturi di taglia mini, ossia alti fino a 20 cm: sono più difficili da mantenere rispetto agli esemplari di taglia normale o gigante, a meno di non metterli all’interno di un terrario dove viceversa vivranno molto a lungo grazie alla corretta umidità del terrario.

Possono fiorire ininterrottamente per tutto l’anno, soprattutto le piante appena acquistate se si trovano bene nel nuovo ambiente, ma se la fioritura termina potrà riprendere tra aprile e settembre.

 

Cure elementari

Il substrato non deve mai asciugarsi completamente: l’anturio vuole una terra sempre leggermente inumidita. È preferibile utilizzare acqua decalcificata o piovana, da versare nel sottovaso quando il terriccio superficiale è quasi asciutto.

Ama anche un’aria umida: si ricrea con vaporizzazioni giornaliere con acqua decalcificata (per non lasciare chiazze bianche sulle foglie), oppure con un dito di ghiaia coperta d’acqua nel sottovaso, o con spugnette bagnate appoggiate sul terriccio.

Desidera un terriccio per piante d’appartamento, con l’aggiunta di una manciata di torba per ogni vaso. Il drenaggio deve essere perfetto, con uno strato di ghiaia o argilla espansa sul fondo del vaso. Il diametro del vaso dipende dalla taglia della pianta: per un esemplare le cui foglie arrivano a 40 cm d’altezza serve un vaso almeno da 18 cm di diametro. Il rinvaso si effettua ad anni alterni.

Si concima con un prodotto per piante da fiore da marzo a settembre nell’acqua d’annaffiatura, e con uno per piante verdi solo in ottobre, somministrando una dose ogni 15 giorni.

Una volta al mese da ottobre ad aprile pulite le foglie con una spugnetta umida, sostenendole con il palmo della mano.

In alternativa si può coltivare anche in idrocoltura, nell’apposito vaso trasparente (che trovate in tutti i Centri Giardinaggio), semplicemente rabboccando l’acqua quando scende verso il livello minimo e aggiungendo l’apposito concime per idrocoltura fra marzo e settembre: può perfino fiorire!

 

Perché “fiore” fra virgolette?

Come nel caso della stella di Natale, anche l’anturio porta falsi fiori. Il vero fiore è la protuberanza allungata gialla, un’infiorescenza chiamata “spadice” fatta di minuscoli fiorellini, mentre il vessillo rosso o di altro colore è una vistosa foglia modificata (una “bràttea”), chiamata “spata”, che deve spiccare nelle foreste tropicali per il colore sgargiante, richiamo per gli insetti impollinatori.

 

Depura l’aria domestica

Un altro motivo per avere un Anthurium: è tra le poche specie in grado di assorbire ogni tipo di sostanza tossica, per es. secondo la Nasa sino a 19 mg/ora di acetone. L’aria che si respira in appartamento, in particolare d’inverno quando le finestre rimangono chiuse, è spesso più velenosa di quella delle vie cittadine. Dalla formaldeide alle radiazioni elettromagnetiche, passando per acetone, metanolo e benzene, le nostre abitazioni non sono salubri, e l’anturio contribuisce a “bonificarle”.

 

Un solo difetto

Attenzione: se in casa ci sono bambini piccoli, cani o gatti, mettete l’anturio fuori dalla loro portata. Contiene in abbondanza ossalati di calcio, depositati nelle foglie e nei gambi, ma anche nell’insieme dei “fiori”: se ingeriti possono causare danni renali.

Condividi su: