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Le piante combattono l’inquinamento indoor

25 settembre 2021, Florarici

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Pensate di essere sicuri a casa vostra? Certo, avete i sistemi anti-intrusione e l’impianto d’allarme, ma il nemico è molto più subdolo perché invisibile: l’aria che respiriamo… Che non è composta solo da ossigeno, azoto e anidride carbonica… Insieme ci sono anche altre sostanze decisamente tossiche, come l’ammoniaca (detergente), il benzene (plastiche), colle, resine e solventi (mobili), la formaldeide (mobili, moquette, tendaggi, rivestimenti), l’inchiostro (stampante), il toluene (plastiche), lo xilene (plastiche, carta, vernici), solo per citare le più frequenti. Sono tutte in grado di provocare gravi danni, dai tumori agli scompensi del sistema nervoso o circolatorio.

Per eliminarle dall’aria di casa ci sono due sistemi: o acquistare un costosissimo purificatore d’aria che con i suoi filtri cattura tutte le molecole tossiche presenti nell’aria, o circondarsi di piante verdi d’appartamento, altrettanto efficaci ma molto meno costose (e più belle!).

 

Le prove scientifiche

Una ricerca condotta qualche anno fa dalla Nasa, l’ente spaziale americano, ha rilevato come alcune piante verdi comunemente coltivate in appartamento, abbiano la capacità di eliminare talune sostanze per noi tossiche dall’aria degli ambienti. Quindi, oltre ad assorbire anidride carbonica e restituire ossigeno, eliminano anche gas dannosi, filtrando l’aria e trattenendo queste tossine al loro interno, senza danno per la loro salute.

Un’altra ricerca condotta dal Paharpur Business Center e Software Technology Incubator Park di Nuova Delhi ha appurato che basta avere solo tre piante per purificare l’aria indoor: la palma di Betel o palma areca (Areca catechu), il potos (Scindapsus aureus) e la sansevieria (Sansevieria trifasciata).

 

Come agiscono le piante

Durante la fotosintesi clorofilliana, l’operazione fondamentale per tutte le piante verdi per ricavare l’energia necessaria per la loro vita, tutti i vegetali assorbono attraverso gli stomi fogliari (microscopiche aperture sulla pagina inferiore della foglia) l’anidride carbonica (CO2) presente nell’aria, a loro necessaria proprio per la fotosintesi. Insieme con la CO2, però, assorbono anche le altre sostanze chimiche presenti nell’aria, liberandola appunto da esse.

Queste sostanze estranee, non utili alle piante, possono venire stoccate in particolari cellule “spazzine”, dove rimarranno isolate dall’organismo vegetale vita natural durante, oppure metabolizzate dall’organismo stesso, cioè scomposte in elementi semplici (carbonio, idrogeno, ossigeno, cloro, fosforo ecc.) e questi a loro volta riutilizzati o espulsi (come è il caso dell’ossigeno, che alla pianta non serve, e quindi lo espelle nell’aria, per nostra fortuna). In genere, comunque, le piante non vengono danneggiate da queste sostanze per noi nocive.

 

Quale pianta per quale sostanza

Ogni pianta, in base al metabolismo peculiare della specie a cui appartiene, ha la sua specializzazione nell’assorbimento dei prodotti tossici presenti nell’aria, tanto che alcune, da sole, riescono a rimuovere fino al 50% delle sostanze volatili presenti in un normale ambiente domestico.

I ficus (Ficus benjamina, F. pandurata, F. obtusa ecc.), l’aechmea (Aechmea fasciata, sin. Bilbergia rhodocianea), l’areca (Areca catechu), il banano nano (Musa acuminata var. nana), le begonie (Begonia rex, B. corallina ecc.), la camadorea (Chamaedorea elegans), il croton (Codiaeum variegatum), le dracene (Dracaena fragrans, D. deremensis ecc.), i filodendri (Philodendron elegans, P. rubens, P. selloum ecc.), la monstera (Monstera deliciosa), la Phalaenopsis, la sansevieria (Sansevieria trifasciata, S. cylindrica), la schefflera (Schefflera arboricola), la schlumbergera (Schlumbergera truncata, sin. Zygocactus t.) e l’aloe vera (Aloe vera, sin. A. barbadensis) sono formidabili nell’assorbire la formaldeide.

Lo spatifillo (Spatiphyllum wallisii) elimina i residui di acetone.

L’aglaonema (Aglaonema oblongifolium, A. commutatum) e il falangio (Chlorophytum comosum) assorbono il benzene.

L’alocasia (Alocasia macrorrhiza, A. metallica), il dendrobio (Denbrobium), la dieffenbachia (Dieffenbachia picta, D. oerstedii), la felce di Boston (Nephrolepis exaltata), la Phoenix (Phoenix canariensis) filtrano formaldeide, xilene e toluene.

L’anturio (Anthurium scherzerianum), la stella di Natale (Euphorbia pulcherrima) e la tillandsia (Tillandsia xerographica ecc.) catturano lo xilene, il toluene e l’ammoniaca.

Calatea (Calathea makoryana, C. crocata) e maranta (Marantha leuconeura), e il singonio (Syngonium podophyllum) assorbono l’ammoniaca e la formaldeide.

Tutti i cissus (Cissus antarctica ecc.) sono in grado di assorbire il tricloroetilene.

La Raphis (Raphis excelsa) elimina l’ammoniaca.

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